L’asino (Equus asinus)

 

         Appartiene alla famiglia degli Equidi, pare sia originario dell’Africa e che si sia diffuso in Europa durante il periodo Neolitico. Le razze asinine italiane sono poco numerose e la differenza tra l’una e l’altra è data soprattutto dalla statura, che varia dai 90 cm (asino sardo) a un massimo di 150/160. Dall’ibrido tra l’asino e una cavalla si ha il mulo; tra il cavallo e un’asina il bardotto. Vive dai 15 ai 25 anni e predilige climi caldi o temperati. L’asino selvatico, che vive nelle steppe asiatiche, viene definito ònagro, o onàgro.

 

 

L’asino nella storia

 

         E’ già presente nella mitologia assiro-babilonese. Per gli Ittiti era animale sacro, simbolo di regalità e di saggezza. Ma nell’antico Egitto assume un significato negativo, addirittura malefico. In Grecia faceva parte del culto di Diòniso e i latini lo associavano a Priapo, dio della fecondità. Un ruolo di rilievo gli è riservato nell’Antico e nel Nuovo Testamento. E’ infatti la cavalcatura dei Profeti e dello stesso Messia. Gesù entra trionfante in Gerusalemme cavalcando un asino. Secondo la tradizione il segno cruciforme di pelo nero sulla schiena dell’asino rappresenta un premio per avere reso un servizio al Signore. Nell’episodio della Natività troviamo accanto alla mangiatoia il bue e l’asinello. Per la fuga in Egitto la Sacra Famiglia si serve di un asino. In Francia, attorno all’XI secolo, venne istituita la “festa dell’asino”, appunto a ricordo della Fuga in Egitto. In tale occasione un asino, addestrato ad inginocchiarsi, veniva portato in processione, si inginocchiava nei momenti dovuti e alla fine della messa il celebrante anziché pronunciare l’ite missa est ragliava tre volte. I fedeli, come risposta, facevano altrettanto.


L’asino nella geografia

 

           Sono diverse le località della Penisola il cui nome è associato a quello dell’asino. Riportiamo quelle che abbiamo desunto dall’Atlante stradale del Touring:

Torrente A’sina, in provincia di Grosseto; Isola Asinara, Golfo dell’Asinara, in Sardegna a nord di Porto Torres; Punta dell’Asino, piccolo promontorio della Sardegna a sud di Olbia; Valle dell’Asino, a sud de L’Aquila nella zona di M. Velino; Torrente Asinaro, il corso d’acqua che passa per la città di Noto (Siracusa); Isola Asinello, isolotto a nord di Trapani.

Ma anche nell’entroterra di Chiavari l’asino fa parte della geografia. Il Lago Coda d’Asino è un piccolo stagno d’origine glaciale nella Riserva delle Agoraie in Val d’Aveto; Il Monte Petto d’Asino è un rilievo nella zona del Bracco a ridosso del San Nicolao; Pian degli Asini era il nome della località nei pressi di Calvari che è stata poi denominata Piancasarile.

 

Proverbi e modi di dire

 

           Testardo, cocciuto come l’asino – Bisogna legare l’asino dove vuole il padrone – Raglio d’asino non arriva in cielo – Qui casca l’asino! – Fare come l’asino, che porta il vino e beve l’acqua – Il popolo è come l’asino: paziente e bastonato. Anche nei momenti difficili – Il giornale è pari all’asino: porta quel che gli mettono in groppa – E’ come l’asino di Buridano: non sa se mangiare prima il fieno o bere prima l’acqua. Così muore di fame e di sete – Meglio un asino vivo che un dottore morto - Vuol far credere che l’asino vola - E’ come lavare il capo all’asino.

Citazioni

 

             E’ proprio un pezzo d’asino! Magari fosse intero: potrebbe servire a qualcosa - E’ un asino calzato e vestito (ossia un esempio di totale ignoranza) – Un tempo sul capo dello scolaro che si dimostrava particolarmente refrattario all’apprendimento venivano poste due lunghe orecchie di carta: “le orecchie d’asino” – Quando uno scolaro non sapeva la lezione veniva messo nel “banco dell’asino”, isolato, in fondo all’aula della scuola – Un asino di solito lavora fino a 24 anni, un mulo fino a 22, un cavallo fino a 15. Ma l’uomo lavora fino a 60 e più. (Con Monti e la Fornero … fin che non muore) – Tipico è il raglio dell’asino: rumoroso, con toni acuti e bassi, alternati – Talvolta quando muore un ricco è come se morisse un asino. Gli eredi sperperano in feste i suoi averi, così come con la pelle dell’asino si fanno tamburi per le feste.

La preghiera dell'asino

 

Signore, purtroppo stiamo scomparendo...

In Italia - dicono - saremo centomila.

 

Siamo  asini, è vero...

Ma  Tu stesso, nella Capanna,

hai sentito l'alito d'un asinello 

che insieme al bue Ti riscaldava.

 

E quando, per fuggire da Erode,

con Giuseppe e Maria

vi siete allontanati,

in braccio a tua madre

hai cavalcato uno di noi.

 

E ancora un asino

è stato la Tua cavalcatura

quando più tardi, trionfante

sei entrato in Gerusalemme.

 

Dunque ci conosci molto bene,

o Signore!

 

E' vero. Siamo poveri asini...

Che sarebbe il mondo senza di noi?

Come Tu certamente sai,

c'è sempre bisogno di asini,

che tirino avanti in silenzio,

che sopportino con pazienza

anche i torti e le ingiustizie;

che sappiano solo dare

e non conoscano cos'è rubare.

Oggi più che mai!

 

Salvaci, o Signore!

siamo poveri asini

ma potremmo aiutarTi a salvare il mondo!

O quanto meno questa nostra Italia

anche se siamo rimasti in pochi. 

 

(di autore ignoto)

 

 

La Natività
La Natività
La fuga in Egitto
La fuga in Egitto
Entrata in Gerusalemme
Entrata in Gerusalemme

Non solo asini, ma anche somari

     Per non fare torto a nessuno è giusto che si parli non soltanto di asini ma anche di somari. Attingiamo al Grande Dizionario della Lingua Italiana di Salvatore Battaglia, edizioni UTET.

Somaro. Asino, inteso in particolare come animale da soma, da trasporto: ma anche, in senso figurato,"persona ignorante e zotica, o che dimostra scarsa competenza nello svolgere le proprie mansioni, o che da prova di limitata intelligenza e di scarsa capacità".

Riferito a uno studente è un termine che ben si addice a chi non si applica negli studi o non ne trae profitto. (l'Università di Bologna nel 1987 aveva ripristinato la "tassa ripetizione esami", che doveva essere pagata dallo studente respinto per poter ridare l'esame in una successiva sessione. Una vera "tassa sui somari"...!).

Di una persona gretta e meschina. priva di tatto e sensibilità, si dice che "ha il cuore da somaro". Ma allorchè questa persona si azzarda a proferire giudizi malevoli su altri, non è il caso di darle troppa importanza: bisogna "lasciar ragliare i somari".

Dal termine somaro deriva "somaraggine", che significa "ignoranza, stupidità o mancanza di conoscenza in una determinata materia"; ma deriva anche "somarata", un termine comunemente riferito a un discorso stupido e balengo. Noi, qui a Calvari, diremmo "'na gran b...linata".

Il diminutivo "somarello" è invece la qualifica più adeguata, e alquanto benevola, per chi non si applica sufficientemente negli studi, mentre la "somarità" corrisponde alla "crassa ignoranza", per la quale pare non ci sia proprio rimedio.

Dal detto "la pazienza è la virtù del somaro" deriva l'avverbio "somarescamente", alla maniera dei somari, cioè "con grande pazienza e rassegnazione". Ma "somaresco" assume invece una connotazione negativa e va riferito al comportamento di chi manifesta ottusità e ignoranza.

Da tutto questo viene spontanea una considerazione: meglio essere asini piuttosto che somari.